Si stanno preparando gli assetti per il dopo Giorgio Armani. E nella futura Giorgio Armani Spa si prospettano: “Due categorie di azioni prive del diritto di voto”. Lo ha deliberato un’assemblea straordinaria della società. È una novità assoluta che lascia immaginare, in prospettiva, una struttura del capitale più flessibile con la possibile apertura a soggetti di puro investimento, cioè senza poteri decisionali, a fianco di chi invece possiede il capitale votante.
La Fondazione
Nel 2016 lo stilista ottantenovenne, tra gli uomini più ricchi d’Italia, in fase di costituzione della Fondazione Giorgio Armani, aveva tracciato il quadro della successione in un orizzonte di stabilità e definito le regole di governance della holding. Fino a quel giorno lo statuto rimarrà segreto, poiché dall’assemblea del 2016 nulla è trapelato. Ma il 26 settembre scorso il fondatore del gruppo e socio al 99,9% (lo 0,1% fa capo alla Fondazione Giorgio Armani) ha convocato un’assemblea per la «modifica dello statuto con efficacia differita».
La novità
«Il Presidente illustra le modifiche allo statuto che si propone di adottare e che si sostanziano nella creazione di due categorie di azioni prive del diritto di voto con conseguente modifica…» degli articoli «7.3 (sette punto tre) e conseguentemente (…) 16.1, 18.3 e 19.5». Questo è quanto si apprende dal verbale. Armani ha lasciato immutati la denominazione, la sede, l’oggetto («salva l’introduzione e precisazione dei principi fondanti ai quali l’attività sociale deve essere improntata») e la data di chiusura del bilancio. La novità consiste proprio nelle azioni senza voto, il cui valore non può essere superiore alla metà del capitale sociale. E potranno quindi coesistere soci che decidono e soci che partecipano; semplificando, quelli che «giocano» e quelli che «guardano».
Non ha eredi diretti
Armani ha tre nipoti: Silvana e Roberta, figlie del fratello Sergio scomparso anni fa e Andrea Camerana figlio della sorella Rosanna. Tutti in consiglio, dove siedono anche il manager e amico dello stilista, Pantaleo Dell’Orco e l’imprenditore Federico Marchetti, fondatore di Yoox. ll gruppo ha chiuso il 2022 con ricavi per 2,35 miliardi (+16,5%), Ebit a 202 milioni (+30%) e utile netto in calo a 162 milioni (169,9 nel 2021).