Così si è espresso Adriano Panatta, monumento del tennis italiano, nei confronti di Jannik Sinner, re di Miami e nuovo numero due della classifica mondiale.
Non si ferma più
Tre mesi vissuti a cento all’ora, attraverso tre continenti: Australia, Europa, Usa, che hanno consegnato al tennis mondiale il nuovo numero due del ranking. Un traguardo inaspettato e mai raggiunto da nessun tennista azzurro nella storia. Dopo l’Australian Open a gennaio e l’Atp 500 di Rotterdam a febbraio, Jannik Sinner si è imposto anche al Miami Open, con il punteggio di 6-3, 6-1 sul bulgaro Dimitrov. Secondo titolo Master 1000 della carriera, terzo stagionale su quattro tornei giocati. Portando la scia dei successi stagionali a quota 22, con solo una sconfitta (nella semifinale di Indian Wells, con Carlos Alcaraz.)
L’incognita terra battuta
Il fenomeno Sinner, a questo punto, potrebbe quindi battere il serbo Djokovic proprio sulla superficie che meno ama: la terra. Se Jannik giocasse molto bene sulla terra e Djokovic male (o molto male), la possibilità di erodere al serbo quei 1015 punti, che lo separano dalla vetta del ranking, potrebbe diventare realtà. Lo scenario più strabiliante sarebbe un sorpasso dopo Parigi, ai Roland Garros. Con la possibilità di presentarsi a Wimbledon con in tasca il triplete. Prima posizione nella classifica mondiale, testa di serie numero uno, ruolo di grande favorito all’All England Club.