Meno di un anno fa, con la sua autobiografia Friends, amanti e la Cosa Terribile si era tolto la maschera dell’attore di successo, per affrontare la sua dipendenza, dall’alcol e dalle droghe. Un mix micidiale fatto di vodka, una bottiglia a sera, cocaina e oppiacei. A un certo punto era arrivato a prendere 55 pasticche di Vicodin al giorno, e medicinali vari ad azione ansiolitica.
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Matthew Perry, che godeva di una popolarità planetaria, grazie al ruolo di Chandler in Friends, ha avuto in realtà una vita d’inferno, sempre sull’orlo dell’abisso. Una fine annunciata: il suo corpo senza vita è stato trovato nella vasca idromassaggio (da dove qualche ora prima aveva scattato la sua ultima foto postata sui social) della sua casa di Los Angeles, sabato quando sono stati chiamati i soccorsi per un “uomo con arresto cardiaco”.
Una vita travagliata
L’abbandono del padre quando era piccolo, l’arrivo a Hollywood, le donne (tra cui Julia Roberts) gli innumerevoli tentativi di riabilitazione, le operazioni chirurgiche al colon. Già a 49 anni l’attore era stato a un passo dalla morte: «Sono vivo per miracolo. Volevo condividere la mia storia quando ero sicuro di aver lasciato alle spalle il mio lato oscuro, lontano dai mali dell’alcolismo e della dipendenza».
Sopravvissuto
Era stato in coma per due settimane e altri cinque mesi in ospedale. In quell’occasione i medici dissero alla famiglia che aveva solo il 2% di speranze di sopravvivere: «Mi attaccarono a un macchinario che respira al tuo posto. È soprannominato Ave Maria perché nessuno sopravvive. Quella notte cinque persone erano state attaccate a quella macchina: sono morte in quattro, mentre io sono sopravvissuto: perché? Perché proprio io?».
Non ce l’ha fatta
Ma Matthew era talmente sprofondato nell’abisso che qualunque sostanza non gli faceva più effetto: «Che io smetta di bere e fare uso di oppiacei non ha nulla a che vedere con la forza, comunque. Se qualcuno venisse a casa mia e mi dicesse “Eccoti un centinaio di milligrammi di Oxy”, gli risponderei che non bastano». Animato da un cieco desiderio di riconoscimento che lo ha spinto verso la fama, ma anche verso un immenso vuoto interiore, l’attore non è mai riuscito a colmare nemmeno con la realizzazione dei suoi sogni più grandi.