Una figura straordinaria, emblema del talento e della creatività

Addio a Marina Cicogna, la signora del cinema

Se n’è andata all’età di 89 anni, lasciando dietro di sé un alone di nostalgia per un periodo di fasti, di dive e di talenti che non torneranno più

Con la morte di Marina Cicogna, il mondo del cinema perde una delle sue figure più rappresentative. La talentuosa produttrice, di origini nobiliari: Mozzoni Volpi di Misurata, il cognome per esteso, seppe imporsi come prima di donna d’Europa a intraprendere la professione di produttrice nel panorama cinematografico italiano ed europeo.

Una famiglia importante

Un ruolo, all’epoca, prettamente maschile – Marina era nata a Roma il 29 maggio del 1934 – ma il cinema ce l’aveva nel sangue. Il padre era il conte Cesare Cicogna Mozzoni, coproduttore del capolavoro del Neorealismo “Ladri di biciclette” (1948) di Vittorio De Sica, e della contessa Annamaria Volpi di Misurata. Il nonno era il conte veneziano Giuseppe Volpi di Misurata (tra le varie cose presidente anche della Biennale di Venezia e di Confindustria), noto per aver inventato nel 1932 la Mostra d’arte Cinematografica di Venezia. Fu così, che fin da piccola, respirò una certa “aria di cinema”, frequentando i miti e le dive di un mondo dello spettacolo che oggi non c’è più. Maestra di eleganza e di stile, appassionata di fotografia e autrice di volumi di immagini, ebbe un occhio straordinario per le pellicole, che ancora oggi sono ricordate nella storia del cinema del nostro Paese.

Il destino segnato

Lei stessa ha ricordato in una delle sue numerose interviste che, da piccola, aveva l’abitudine di frequentare le sale cinematografiche del Lido: «Facevo finta di andare a scuola, invece andavo al cinema. Avevo 10 anni. C’è sempre stato questo amore per il cinema.»Lavorò con attori e registi di massimo livello, promuovendo il cosiddetto cinema d’autore. Un’avventura iniziata negli anni sessanta, con il fratello in seguito morto suicida, nella casa di produzione Euro International Films, lavorò per un breve periodo anche per la Paramount.

Una delle donne più potenti

Tra i tanti film di successo, ricordiamo: Teorema di Pier Paolo Pasolini (1968), Il giorno della civetta (1968) di Damiano Damiani con Franco Nero e Claudia Cardinale, Mimì Metallurgico (1972) di Lina Wertmuller con Giancarlo Giannini e Mariangela Melato.E ancora Indagine su un cittadino al di sopra di ogni sospetto”di Elio Petri con Gian Maria Volontè, che nel 1971 vinse il Premio Oscar come miglior film straniero. Quindi Marina Cicogna fu anche la prima produttrice a vincere un Oscar, confermando il suo talento e l’occhio per le novità, qualità che l’aiutarono a imporsi nel mondo del cinema. Non per niente, il New York Times la definì «una delle donne più potenti al mondo».

Una donna libera

Mia Marina fece parlare di sé anche per la sua vita privata. Famose le sue liason con Alain Delon e Warren Beatty, ma anche la relazione ventennale con l’attrice brasiliana Florinda Bolkan. Poi rimase legata, fino alla sua morte, alla compagna Benedetta Gardona, adottata poi come figlia per questioni ereditarie. Lo scorso maggio Marina Cicogna ha ricevuto il David di Donatello alla carriera, queste le sue parole: «Il cinema io l’ho fatto in libertà. Sempre su cose in cui io credevo e gli altri no.»

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