C’è ancora qualche sogno nel cassetto del noto attore e politico, Arnold Schwarzenegger, e che sogno! «Penso che sarei stato un grande presidente. Penso di avere l’energia e la volontà per unire le persone.» ha ammesso candidamente a Howard Stern, in occasione dell’uscita del suo libro Renditi utile. Sette regole per cambiare la tua vita.
Un passato da governatore
Arnold è stato Governatore della California, ma non gli è consentito candidarsi alla presidenza in quanto non è nato negli Stati Uniti. «Tante persone vengono da me e dicono: Oh, vorrei che tu potessi essere il nostro presidente. Penso che sarei stato un grande presidente.» Ma aggiunge anche di non sentirsi frustrato per questo, anzi: «Tutto ciò che ho realizzato nella mia vita è merito dell’America. La carriera nel bodybuilding, la carriera cinematografica, diventare governatore, fondare il mio Schwarzenegger Institute, i milioni di dollari che ho guadagnato e tutto il resto. Quindi perché dovrei lamentarmi dell’unica cosa che non posso fare?»
La prende con ironia
Schwarzenegger ha poi scherzato sugli anni che passano, confessando di avere, a 76 anni suonati, ancora un buon rapporto con lo specchio: «Devi avere il senso dell’umorismo al riguardo. Quando sei stato acclamato per anni per un corpo supremo e hai la definizione, vedi le vene che scendono lungo i tuoi addominali… Ora sei lì e non lo vedi più. A 30 anni non pensi che una cosa del genere possa accadere.»
Il suo mentore
Arnold sin dagli esordi ha fatto emergere la sua innata autoironia. Fu uno dei primi ad Hollywood ad affiancare ruoli in action movie, come Terminator e Predator, a quelli in commedie per famiglie, Gemelli e Un poliziotto alle elementari. «Ho imparato molto dal comico Milton Berle. Andai da lui perché era consapevole delle difficoltà che incontrano i tedeschi e gli austriaci nell’adottare l’umorismo americano.» Ha dichiarato, ricordando il suo guru.
Attenzione all’educazione
Arnold ha parlato del futuro del suo Paese, l’attore teme che le nuove generazioni non siano pronte per affrontare il mondo. «Quello che ha reso grande questo Paese erano le donne e gli uomini coraggiosi, che andavano là fuori alle cinque del mattino… e si facevano il c…» E conclude così: «Quindi ora continuiamo su questa strada, non cominciate a creare una generazione di fifoni e di persone deboli. È bello essere premurosi, ma non coccoliamo troppo i bambini perché dovranno essere in grado di lottare.»