È il Corriere della Sera il primo quotidiano al mondo ad anticipare alcuni passi dell’attesissima autobiografia del Papa. «Life. La mia storia nella Storia», questo il titolo, uscirà in America e in Europa con HarperCollins. È stata scritta da Papa Francesco con Fabio Marchese Ragona, vaticanista Mediaset e amico personale del pontefice. L’autobiografia racconta i primi ottantotto anni di vita di Bergoglio, che si intrecciano inevitabilmente alle vicende storiche.
I nonni paterni
Si parte da nonna Rosa, figura centrale per la sua formazione. «I nonni parlavano piemontese; per questo il piemontese è stata la mia prima lingua madre». Nonna Rosa e nonno Giovanni, con il figlio Mario, il padre del Papa, sarebbero dovuti partire per l’Argentina nell’ottobre 1927, dal porto di Genova, sulla nave Principessa Mafalda. Ma il nonno non riuscì a procurarsi in tempo i soldi per i biglietti, e dovette rimandare il viaggio. La Principessa Mafalda affondò al largo delle coste del Brasile: trecento emigranti annegarono. I Bergoglio partirono poi nel febbraio 1929, con la Giulio Cesare.
I film italiani
«I genitori ci portavano nel cinema di quartiere a vedere i film del dopoguerra. Li ho visti tutti. Ricordo in particolare Roma città aperta di Rossellini: un capolavoro. Ma anche “Paisà” o “Germania anno zero”, o ancora I bambini ci guardano di Vittorio De Sica. Altra cosa invece è La strada, il film che ho amato di più e che ho visto quando ero già più grande. Non c’entra con la guerra, ma mi piace citarlo perché Federico Fellini ha saputo puntare i riflettori sugli ultimi».
La fidanzata e l’infatuazione
Bergoglio, tra i tantissimi aneddoti, ricorda anche gli amori giovanili. «Negli anni del seminario, ebbi anche una piccola sbandata: è normale, altrimenti non saremmo esseri umani. Avevo già avuto una fidanzata in passato, una ragazza molto dolce che lavorava nel mondo del cinema e che in seguito si è sposata e ha avuto dei figli. Questa volta invece mi trovavo al matrimonio di uno dei miei zii e rimasi abbagliato da una ragazza. Mi fece davvero girare la testa per quanto era bella e intelligente. Per una settimana ebbi la sua immagine sempre nella mente e mi fu difficile riuscire a pregare! Poi per fortuna passò, e dedicai anima e corpo alla mia vocazione».
Niente tv per il Papa
Bergoglio parla anche della sua grande passione per il calcio, di Maradona e di Messi. E spiega anche perché non guarda in tv le partite dell’Argentina. «Era il 15 luglio 1990. Mentre con i confratelli stavamo guardando la televisione nella sala di ricreazione, vennero trasmesse delle scene poco delicate, per usare un eufemismo, qualcosa che non faceva di certo bene al cuore. Niente di osé, per carità, ma una volta tornato in stanza dissi tra me e me: “Un prete non può guardare queste cose”. E così l’indomani, alla messa per la festa della Madonna del Carmelo, feci il voto di non guardare più la tv!».
I numerosi attacchi
Bergoglio ammette anche che, se avesse dato peso a tutte le cose dette o scritte su di lui, sarebbe dovuto andare dallo psicologo una volta la settimana. L’ha molto addolorato vedere, come la figura di Ratzinger, Papa emerito, sia stata strumentalizzata con scopi ideologici e politici da gente senza scrupoli che ha pensato al proprio tornaconto e al proprio orticello da coltivare. Sottovalutando la drammatica possibilità di una frattura dentro la Chiesa. C’è anche chi ha scritto: «Francesco sta distruggendo il papato». «Cosa posso dire? Che la mia vocazione è quella sacerdotale: prima di tutto sono un prete, sono un pastore, e i pastori devono stare in mezzo alle persone…»