I seguaci: «È un sogno, insegna come si vive»

Parata di star, a Milano, per il guru Sadhguru

In migliaia, nel capoluogo meneghino, a meditare con il mistico Sadhguru, il più amato dalle star americane


Erano tanti i vip al Moysa, l’hub culturale ideato da Shablo (dj e produttore). Da Ghali all’Amoroso, da Irama a Rkomi, produttori, dj, discografica, tutti lì non per incidere una canzone, ma per parlare di spiritualità. Schierati, per una volta, dalla parte del pubblico ad ascoltare il mistico indiano che, come loro, registra sold out in arene e palazzetti, di tutto il mondo. Domenica in più di 4mila persone sono andate all’Allianz Cloud Arena di Milano, pagando i biglietti anche 900 euro.

Tutti lì in religioso silenzio

Il palco è tutto per lui, che risponde con i sorrisi e le immancabili mani giunte e poi, chiudendo gli occhi, intona una breve preghiera. «Non ricordo da quanto tempo non parlavo a una platea così piccola», esordisce, «Forse è il caso che siate voi a dirmi di cosa parlare». A rompere il ghiaccio è Charlie Charles, dj e produttore: «Quale è il senso della vita?»

I significati ci traggono in inganno

Sadhguru spiazza: «I significati sono un inganno. Quale è il significato del sole che sorge glorioso ogni mattina? O di un fiore che sboccia? La mente umana ha una malattia: ha bisogno di dare un significato alle cose ma questo non ti permette di farne semplicemente esperienza.» Ascoltano tutti, qualcuno prende appunti. Ghali alza la mano e chiede: «Come mai ci capita di sperimentare dei momenti di felicità, in cui ci sembra di essere davvero presenti a noi stessi ma, sono solo momenti?».

Il monito


«Perché parli al plurale? Pensi di sapere quello che provano gli altri? Non facciamo questo errore perché ci sono solo esseri umani individuali, altrimenti si fa il gioco di chi vuole inserirci in qualche gregge: quando succede, in nome della religione o altro, l’uomo ha fatto nella storia le cose più terribili. Quindi ricordiamo sempre che ognuno ha sufficiente intelligenza per creare il proprio mondo». Chiarisce il guru.

Come Socrate

E sulla religione: «Non serve credere al fatto che abbiamo due mani, no? Sono qui. Ma perché crediamo in qualcosa che non sappiamo? Bisognerebbe essere onesti e dire: questa cosa non la so, ma preferiamo credere e a quel punto non accettiamo chi crede in qualcosa di diverso. Ma sappiamo da dove siamo venuti? No. Come possiamo sapere dove andremo?»

La promessa

Ma per iniziare a essere una persona spirituale, serve anche un certo metodo, spiega il mistico: «Chiedo 32 ore di tempo focalizzato. Le cose non si imparano in un minuto. Ma se ci si eleva, ecco che si vede tutto in modo diverso: è come avere in mano una chiave che apre una porta verso un mondo molto più ampio. Vi darò il codice del wifi e voi avrete accesso al web, a una realtà nuova». Gli applausi arrivano scroscianti.

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