Non è la prima volta che i due comici russi, Vladimir Kuznetsov e Alexey Stolyarov, prendano di mira i leader internazionali. Infatti sono passati sotto le loro grinfie: il primo ministro spagnolo, Pedro Sanchez, il ministro degli Esteri danese, Lars Lokke Rasmussen, e l’ex segretario di Stato americano, Henry Kissinger.
L’ufficio diplomatico
Questa volta è toccato a alla nostra premier, e ora, dopo la diffusione dell’audio, negli ambienti diplomatici non si parla d’altro. Palazzo Chigi ha diramato una nota, in cui la responsabilità di quanto accaduto viene addossata all’ufficio diplomatico, diretto dall’ambasciatore Franceso Talò. «L’Ufficio del Consigliere diplomatico della presidente del Consiglio dei Ministri si rammarica per essere stato tratto in inganno da un impostore, che si è spacciato per il Presidente della Commissione dell’Unione Africana e che è stato messo in contatto telefonico con la presidente Giorgia Meloni.» Si apprende inoltre: «L’episodio è avvenuto il 18 settembre, nel contesto dell’intenso impegno sviluppato in quelle ore dalla presidente Meloni, per rafforzare i rapporti con i leader africani, con i quali ha avuto importanti incontri a margine dell’Assemblea Generale dell’Onutra il 19 e il 21 settembre».
Temi caldi
Nell’audio registrato della telefonata, si sentono i due comici che interrogano la nostra premier sulla politica estera: «C’è stanchezza» risponde lei, in merito alla guerra in Ucraina. «Si avvicina il momento in cui tutti capiranno che abbiamo bisogno di una via d’uscita.» Una parte della conversazione è dedicata al tema immigrazione: «L’Europa ha pensato per un sacco di tempo che poteva risolvere il problema limitandolo all’Italia. Quello che non capiscono è che è impossibile. La dimensione di questo fenomeno è tale che coinvolge non solo la Ue, ma a mio parere anche l’Onu. Il problema è che gli altri non se ne curano e tutti concordano che l’Italia deve risolvere questo problema da sola, è un modo di pensare stupido.»
Il sospiro di sollievo
Giorgia Meloni dice cose sostanzialmente simili, in un contesto privato, rispetto a quelle che dichiara in pubblico: sia sulle relazioni internazionali, sia sui rapporti con gli alleati. E almeno su questo, ieri mattina, a Palazzo Chigi hanno tirato un sospiro di sollievo.