«Combatteremo fino in fondo, con tutti i mezzi a disposizione.» L’inviata della trasmissione È sempre Cartabianca ha raccolto lo sfogo di alcuni degli abitanti, a cui verranno abbattute le case per la costruzione del viadotto, nelle zone limitrofe al prossimo ponte sullo Stretto.
Le voci dei residenti
A parlare è una pensionata di origini calabresi. Che vive nel messinese da quasi 50 anni.: «L’idea che ci sia qualcuno che decide per me non l’accetto. La Sicilia è nata isola e isola deve restare.» Ma c’è anche chi è più catastrofista: «Ci ritroveremo senza una casa, pieni di debiti e senza neppure sapere dove andare a stare.» Un’abitante della zona che, proprio 15 anni fa, ha costruito la propria abitazione in una riserva naturale. »«Negli anni, sono riuscita ad avere una concessione edilizia, che, data la situazione particolare, è stata sottoposta a vincoli precisi. Per il ponte, evidentemente, questi vincoli non ci sono più e questa non è più una riserva naturale.»
Sportelli informativi nelle due province
Sono 450 le abitazioni tra Messina e Villa San Giovanni, per un totale di 3,7 milioni di metri quadri di terreni. Le famiglie coinvolte, 300 sulla costa siciliana e 150 in quella calabrese, minacciano azioni legali. Per 60 giorni, a partire dal prossimo 8 aprile, i soggetti i cui beni sono interessati dalle procedure espropriative potranno avanzare le loro eventuali osservazioni. «Questa fase intermedia», ha spiegato Pietro Ciucci, ad della società Stretto di Messina, «consentirà a tutti gli interessati di prendere visione della documentazione progettuale, relativa al piano degli espropri. E formulare eventuali osservazioni. In tale contesto, la società Stretto di Messina aprirà Sportelli informativi sia a Messina che a Villa San Giovanni. In spazi dedicati messi a disposizione dai rispettivi comuni. Per fornire il supporto necessario per l’analisi della documentazione.»