A Palazzo Chigi non nascondono le difficoltà e le preoccupazioni per il varo della prossima legge di Bilancio. Sarebbero necessarie risorse che al momento appaiono difficilmente reperibili. Ciò nonostante, l’intenzione sarebbe comunque quella di sostenere le famiglie, i pensionati e i lavoratori con i redditi più bassi.
Gli aiuti alle famiglie
Il sostegno alle famiglie va nella direzione del rilancio della natalità. Tra questi un bonus Irpef per i nuclei con tre figli o più. Novità anche per l’assegno unico, che potrebbe essere rafforzato dai figli dal terzogenito in poi. Per i secondogeniti, invece, sono al vaglio misure inedite contenute in un pacchetto ad hoc, di cui non si conosce ancora la portata.
Il taglio del cuneo fiscale sarà strutturale
Il taglio del cuneo fiscale entrato in vigore a luglio, di 7 punti per i redditi fino ai 25mila euro e di 6 per quelli fino ai 35mila, dovrebbe diventare strutturale attraverso la rimodulazione delle aliquote Irpef, che probabilmente passeranno da 4 a 3.
Capitolo pensioni
Al momento è prevista la proroga di Quota 103, con la possibilità di uscire dal mondo del lavoro con 62 anni di età anagrafica e 41 di contributi. E al contempo dovrebbe essere ripristinato anche il bonus Maroni, per chi ha maturato i requisiti per la pensione anticipata ma sceglie di continuare a lavorare. I beneficiari ricevono la quota di contributi a proprio carico direttamente in busta paga.
Bonus elettrodomestici
Il Governo, su proposta della Lega, sta studiando anche un nuovo bonus elettrodomestici, per incentivare l’acquisto di nuovi apparecchi per la casa ad alta efficienza energetica attraverso un contributo pari al 30% del prezzo, con tetto di 200 euro per i nuclei con ISEE fino a 25mila euro e di 100 euro per gli altri.
Quanto costa la manovra?
La riforma delle tasse sul lavoro dovrebbe assorbire più o meno 14 miliardi di euro, in pratica tutto il tesoretto in deficit previsto per il prossimo anno, che ammonterebbe a circa 15,7 miliardi. Altri 10 serviranno per le altre misure, per una manovra da 24 miliardi, molto al di sotto de 35 miliardi della precedente legge di bilancio.
Strada in salita
Con le stime della Nadef sono stati messi a disposizione 23,5 miliardi di euro in deficit, con la promessa di una riduzione del debito strutturale pari al 5,9% del Pil nel 2023, al 4,8% nel 2004, al 4,3% nel 2025 e al 3,5% nel 2026. Incentivi edilizi, tassi di interesse in aumento e stagnazione dell’economia rendono la manovra particolarmente difficile, e il Governo dovrebbe optare per misure urgenti contro l’inflazione e la povertà, promuovendo la resilienza del sistema Paese senza lasciare indietro investimenti e grandi opere.