Simone è tornata – e lo fa in grande stile – in una gara internazionale, spostando un po’ più il là i limiti della ginnastica artistica femminile. Esattamente dove tutto era iniziato dieci anni fa, vincendo le sue prime medaglie mondiali (che sono arrivate a 25, di cui 19 d’oro destinate ad aumentare nei prossimi giorni).
Il salto mai visto
Nelle qualificazioni, Simone ha realizzato al volteggio il salto mai eseguito prima da una donna. Si tratta di uno Yurchenko doppio carpio, valutato con una difficoltà di 6,4 (la più elevata dell’artistica femminile) fin qui eseguito soltanto gli uomini. Una specialità che l’avrebbe portata a dominare alle Olimpiadi di Tokyo, ma che non affrontò mai.
Un gesto potente
Aveva scelto di fermarsi, Simone, proprio alla vigilia dell’appuntamento più importante per un’atleta, le Olimpiadi. E la sua pausa è stato uno dei gesti più potenti dei Giochi perché aveva indotto tutti a riflettere su gli stress profondi che subisce la mente degli atleti. Nel frattempo l’atleta si è sposata con il giocatore di football americano Jonathan Owens e ha ricevuto la Medaglia presidenziale della libertà dalle mani di Joe Biden.
Um fardello pesante
Una vita da numero 1, dopo i traumi della prima infanzia, quando venne adottata dai nonni perché la madre non era in grado di occuparsi di lei. Le violenze subite dal medico della federazione Usa Larry Nassar e il senso di abbandono provato erano un fardello troppo pesante da portare. Non sai più qual è l’alto e qual è il basso, ma è chiaro che se ti succede mentre esegui un salto come quello tentato ieri, rischi di farti davvero male.