La deputata calabrese rimane chiusa nella sua gabbia dorata di Arcore

La lunga assenza di Marta Fascina

Che fine ha fatto la compagna di Berlusconi? Se lo chiedono in tanti, ma dietro c'è solo una lenta elaborazione del profondo dolore che l'ha colpita

A Paestum, alla tre giorni organizzata da Forza Italia, che comincerà con il Berlusconi day il 29 settembre, nel giorno del primo compleanno senza il Cavaliere, Marta Fascina non ci sarà. Non andrà quindi in Campania così come non è andata alla kermesse dei giovani azzurri, quindici giorni fa.

I ricordi sono troppi

Le ragioni sono tutte da ricercare per «quel lutto non ancora elaborato», come testimoniano quei pochi e fidati amici che la vanno a trovare. Un lutto che la inchioda a Villa San Martino, ad Arcore, in una sorta di prigione dorata. L’unica apparizione pubblica di Marta, in tutti questi mesi, è stata in occasione del Trofeo Silvio Berlusconi, allo stadio di Monza.

È una di famiglia

Fascina non si muove dalla residenza di Arcore e nessuno degli eredi le ha chiesto di farlo. Dopo la morte di Berlusconi, è scomparsa la camionetta con i carabinieri davanti al cancello ventiquattr’ore al giorno, sette giorni su sette. Gli altri sono rimasti: dal caposcorta Nino – che accompagna Fascina nelle sue rarissime uscite – ai cuochi, ai giardinieri e al resto del personale di servizio.

La politica può attendere

Di conseguenza, per la Fascina, l’assenza dal Parlamento, dove lei è deputata, viene vista con qualche sospetto di “evaporazione” (parola di Vittorio Sgarbi) dalla scena di Forza Italia. Lei intanto, stando ai racconti di chi le è vicino, legge i giornali, consulta le agenzie di stampa, gli organi d’informazione sul web e le chat interne di Forza Italia. 

È il tempo della malinconia

Certo, gestisce la villa e il patrimonio più sacro che contiene, cioè le ceneri del Cavaliere, che riposano accanto a quelle dei genitori Rosa e Luigi, della sorella Maria Antonietta. Fascina percorre più volte al giorno i pochi passi che separano la residenza dal quel luogo del ricordo, il simbolo di proprio di quel «lutto non ancora elaborato».

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