In carcere per il presunto omicidio della moglie Isabella Linsalata e della suocera Giulia Tateo, il dottor Giampaolo Amato, è stato smentito dal dispositivo che indicherebbe uno spostamento. Cercò infatti online notizie relative a dei farmaci prima della morte della moglie. «Non uso questi farmaci, non so usare questi farmaci, non è di mia competenza usare questi farmaci, non prendo farmaci dall’ospedale perché sarebbe un reato, oltretutto non ne ho bisogno». Questa la versione da Amato il 22 settembre 2022.
I farmaci nella salma della moglie
Il pm gli chiede se conosca il Sevoflurano e il Midazolam, cioè gli xenobiotici che i medici legali hanno trovato in dosi sospette nella salma della moglie. Il medico nega, ma ora la Procura è convinta di avere elementi in mano che smentiscono le dichiarazioni dell’ex medico della Virtus..
Le ricerche in rete
Nel corso delle indagini sarebbero infatti emerse ricerche su internet fatte dal medico riguardanti proprio le due sostanze. Ricerche fatte prima del decesso della moglie. Contraddizioni emerse sui farmaci ma anche sui suoi spostamenti. Che per la Procura rappresentano altrettanti elementi indiziaria a suo carico.
Smentito dai fatti
Dal tracciamento rilevato dai dati incrociati dal suo telefonino e dallo smartwatch, nella notte tra l’8 e il 9 ottobre 2021, quando la suocera muore nel sonno nel suo letto mentre la figlia che abita nell’appartamento adiacente è fuori città, il genero dice di essere rimasto a casa quella notte. Ma i dati del suo smartwatch: rivelerebbero un cambio di altitudine, come se appunto fosse salito al primo piano dove dormiva la suocera.
Duplice anche il movente
Per l’accusa il movente del duplice omicidio sarebbe doppio: da una lato ereditario, per impossessarsi degli immobili nei quali risiedevano la suocera e la moglie, dall’altro per avere la libertà di vivere quella relazione con una donna molto più giovane che aveva mandato in crisi la vita della famiglia Amato- Linsalata.