È allarmante quanto si apprende dalla relazione finale del comitato tecnico scientifico, presieduto dalla dirigente dei Lavori pubblici Manuela Faustini. Nelle 30 pagine, corredate da grafici e immagini, si legge: «La situazione è da codice rosso. Bisogna portare l’attenzione in condizioni di massima allerta, ritenendo che non sussistono più le condizioni di sicurezza».
Situazione già denunciata
Una relazione che dà ragione al sindaco Matteo Lepore, costretto a transennare l’area delle Due Torri e interdire il passaggio di pedoni, auto e bus. Uno scenario, che appare peggiorato nell’ultimo periodo, ma che si era già palesato, con evidenza, negli anni scorsi. La prima volta nel 2018, quando iniziano ad emergere delle anomalie, che vengono segnalate al Comune in quel momento guidato dal sindaco Virginio Merola. A quel punto, a inizio 2019, viene istituto il primo comitato tecnico scientifico, il quale, alla fine dello stesso anno, nella relazione finale dichiara: «Serve un piano di emergenza e sicurezza, sono stati oltrepassati i limiti di prudenza».
Rischio caduta
Un’escalation di criticità e «buchi», che ha portato alla degradata situazione attuale, perciò i tecnici sono stati categorici. Addirittura, si legge sempre nella relazione: «Si affaccia l’ipotesi che la Garisenda, dopo una prima fase di implosione, potrebbe ribaltarsi verso la chiesa di San Bartolomeo. Ma si deve prendere in considerazione un crollo in direzioni differenti, compresa la torre degli Asinelli». La torsione a sud della torre era già emersa nelle scorse settimane, scatenando ulteriori preoccupazioni. E il comitato, nell’ultima relazione, non può esser più definitivo di così: «non sussistono le condizioni di sicurezza per operare sulla torre e nei pressi della torre, se non nell’ambito di un piano di protezione civile.» Perciò è fondamentale avere autonomia, risorse e un comitato ampliato di carattere nazionale.