Ha accompagnato generazioni di italiani

Addio a Sandra Milo. Attrice e musa di Fellini

L'attrice si è spenta a 90 anni, nella sua casa romana, circondata dall'affetto dei suo cari, come aveva richiesto

Una vita piena di avventure, drammi e riconoscimenti per colei che più di ogni altra seppe interpretare con grande classe il ruolo della svampita. Nata a Tunisi nel 1933, ebbe un’adolescenza segnata dalla guerra, una tentata violenza a 13 anni e il primo di tre aborti senza anestesia ma con setticemia, a 16 anni. «Sono cattolica, ma certe volte non hai scelta» dirà a Ferrara, dopo le nozze durate 21 giorni col marchese nevrotico Cesare Rodighiero, che la riempiva di botte. 

I primi ruoli

Stesso copione con il secondo marito, il produttore greco Moris Ergas, da cui si separò, perdendo l’adorata figlia Deborah. Che andrà poi a riprendersi in Grecia, allora guidata dai colonnelli. Arrivarono anche i processi: 44 le imputazioni. Gli uomini, quando non la maltrattavano, la raggiravano, mettendola a capo di società truffaldine. E infatti raccontava: «Mi sono fatta male con l’amor.e» A Milano mosse i primi passi come mannequin e fotomodella. Ma il suo sogno era il cinema, e furono per primi i registi francesi a proporle ruoli secondari, finché Antonio Pietrangeli la affida il ruolo della hostess, che cerca di accalappiare l’impenitente Sordi di Lo scapolo. Da quel momento in poi la sua carriera decolla, con Rossellini in Il Generale Della Rovere e Lolita, una delle quattro prostitute «liberate» dalle legge Merlin, ma prigioniere dei pregiudizi e dell’ipocrisia del maschio italiano, in Adua e le compagne. E poi ancora nella commedia paranormale, ancora di Pietrangeli, Fantasmi a Roma, nel ruolo di una fanciulla ottocentesca suicida per amore. 

L’incontro Con Fellini

Lo stop temporaneo arriva con il flop Vanina Vanina da Stendhal, per la regia di Rossellini, che avrebbe dovuto invece essere l’opera della consacrazione. È a questo punto che entra in scena il grande Federico Fellini, che la conosce tramite Ennio Flaiano. E la scrittura per il ruolo della sensuale Carla in 8 e mezzo e la vede. Il regista della Dolce vita la ingaggiò anche in Giulietta degli spiriti, in un triplice ruolo a rappresentare il peccato, tra le fiamme infernali del senso di colpa borghese.

La storia si ripete

Fellini è pronto a riconvocarla una terza volta, nel film Amarcord, ma il nuovo compagno glielo impedisce e Sandra è costretta a rifiutare il ruolo della Gradisca. Nel ‘64 con La visita, ancora di Pietrangeli, nelle vesti di donna appassita in provincia e il sogno di un marito anche mediocre e trovato con l’inserzione, dà il meglio di sé. La lunga storia d’amore, durata 17 anni, con Fellini, la racconterà nel suo discusso libro, Caro Federico. Di certo si trattò di una forte e appassionata alleanza, di cui la paziente Giulietta Masina era a conoscenza. Politicamente, la sua passione fu il PSI, il garofano. Sandra era per le libertà civili e perché da piccola aveva passato notti divorando Marx, Engels e Proudhon. In molti pensano anche per la relazione con Craxi, dichiarata ai quattro venti. Anche con Bettino, confessò lei, fu una vera love story, e lui l’aiutò a farsi strada in tv. Dove, negli anni, vestì i ruoli di attrice, conduttrice, opinionista e giornalista.



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