Mara era finita al centro delle polemiche domenica pomeriggio, nella lunga diretta su Rai1, dedicata al post festival. Con ospiti tutti i cantanti che si erano esibiti nelle serate precedenti al Festival di Sanremo. La conduttrice veneziana aveva letto e concordato un comunicato inviatole dall’amministratore delegato della Rai. In cui venivano ricordate solo le vittime israeliane dello scontro fra Gaza e Israele.
Non in mio nome
In men che non si dica, il suo profilo Instagram era stato letteralmente invaso da commenti negativi. In molti l’avevano taggata in foto con scritto “non in mio nome”. Una polemica che la conduttrice ha provato a smorzare sulle pagine di Corriere. «Io sono una conduttrice Rai. Se l’amministratore delegato della Rai mi chiede di leggere un comunicato, io lo faccio. Quanto al contenuto, forse qualcuno non è d’accordo con la condanna del massacro del 7 ottobre? Certo, è doveroso ricordare anche le vittime innocenti di Gaza. A Roma io vivo nel ghetto. Conosco e sono vicina a molte persone della comunità ebraica. Il primo ruolo che ho avuto come attrice fu quello di Vanda, un’ebrea suicida dopo le leggi razziali, nel film con Alida Valli Diario Di Un Italiano.»
Dargen D’Amico tornerà domenica?
Nell’intervista, la Venier ha anche spiegato perché aveva interrotto più volte Dargen D’Amico. «Perché eravamo in ritardo, molti artisti dovevano ancora cantare, e quattro di loro non sono riusciti a farlo, infatti torneranno da me domenica. Si figuri se ho paura ad affrontare il tema dei migranti. L’ho fatto molte volte. Ora ho invitato Dargen D’Amico in trasmissione domenica prossima, spero che venga. Il disagio mio era per il tempo, non per le domande. È ovvio che una domanda sull’immigrazione richiede una riflessione ampia, una risposta complessa, che non si risolve in trenta secondi. I giornalisti sono sempre stati i benvenuti nelle mie trasmissioni, e sono sempre stati liberi di fare le domande che ritenevano più opportune.» La conduttrice ha infine parlato anche di Ghali. «Domenica da me Ghali ha potuto parlare in piena libertà. Ha risposto alle critiche dell’ambasciatore di Israele, ha concluso il suo ragionamento senza che nessuno lo interrompesse.»