“Galateo per ragazze da marito” di Irene Soave (Bompiani)
Sottotitolo: “Come non concedersi quasi mai, quasi a nessuno, e riuscire a non sposarsi lo stesso”
Non: essere o non essere; ma: esserci o farci? Cercarlo o non cercarlo (il marito)? Concedersi o non concedersi?
Visitare i luoghi comuni vecchi e nuovi per scegliere quali rifuggire e quali è invece sensato adottare e adattare, per farli propri. Le ragazze da marito, infatti, esistono ancora. I ragazzi da moglie, meno.
Una bella scrittura quella di Irene Soave, dove per bella intendo piacevole, divertente, attuale e sarcastica quanto basta per pizzicare tutte le corde più o meno tese dell’animo, anche quelle più delicate che noi uomini tendiamo, chissà perché, a ignorare. Una giovane donna che registra l’analfabetismo sentimentale dilagante, specie tra i maschi, e usa il suo solido sense of humour per comparare lo sconcerto suscitato dalla passata normativa a quello, simmetrico, derivante dall’almeno apparente deregulation attuale. Questo è il bon ton della seduzione nel nuovo millennio. Cos’hanno in comune le ragazze da marito di oggi e quelle di una volta? Poco, o forse più di quanto sospettiamo. Quel che è certo è che oggi come allora il beau mariage non s’improvvisa.
E per scoprirne le regole, tanto vale andare alla fonte. Da leggere, per (ri)scoprire il gusto della bella scrittura, quella intelligente e affilata. Quella di Irene Soave.
Si consiglia la lettura con un Franciacorta docg Ssatèn Millesimato brut 2013