LIBROTERAPIA

Pietro Castellitto, esordio letterario col botto

Il primo romanzo di Pietro Castellitto graffia e accarezza, raschia nelle viscere e soffia nelle orecchie

Un libro “forte”, una narrazione dalle tinte cobalto con smalto e ruggine, parole che graffiano e accarezzano, che raschiano le viscere e ti soffiano nelle orecchie. Un esordio letterario che assomiglia a un carico di tritolo con il timer innescato. Un gruppo di amici, una vacanza in barca, una grande festa sotto le stelle. Hanno corpi sagomati dalla palestra, vestiti alla moda, vivaci profili instagram, sigarette elettroniche tra le dita e strisce di coca nascoste tra le Fruittella.

Solo pochi anni prima erano la scimmietta, il leone, il canguro nella recita di fine anno alla scuola inglese. In platea, a guardarli, c’erano i genitori, che da ragazzi avevano portato i pantaloni a zampa e che ora reggono le sorti del Paese, che si ritrovano alle stesse feste anche se votano partiti opposti. I nomi di questi ragazzi sono Stella e Guenda, Poldo e Tapia. Hanno tutto ma si sentono in trappola, e questa è la loro estate, quella in cui vogliono trovare la via d’uscita. 

Accostamento: Si consiglia la lettura con un Gin Tonic (Gin Mare e 1724 Tonic Water) 

Pietro Castellitto – Gli iperborei – Bompiani

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