Dopo le vicende di Vani, la ghostwriter con il pallino delle indagini, Alice Basso ci sorprende con un nuovo personaggio.
Chi è Anita, il tuo nuovo personaggio protagonista del romanzo “Il morso della vipera?”
Anita è una dattilografa che ha vent’anni nel 1935. Un tipino appariscente: sì, insomma, è uno schianto di ragazza, una brunetta tutta curve; per dire, quando passa nella tabaccheria dei suoi genitori, magicamente gli affari raddoppiano. Ma è anche una tipa molto, molto sveglia che non sopporta chi le dice cosa deve fare e come deve vivere. Ragion per cui a un certo punto della sua vita si scopre antifascista per istinto, per vocazione naturale.
crede di essere una ragazza dotata di grande spirito pratico ma poco incline a cultura e letteratura, quelle cose lì, da intellettuali…
E poi crede di essere una ragazza dotata di grande spirito pratico ma poco incline a cultura e letteratura, quelle cose lì, da intellettuali… se non fosse che, quando va a lavorare come – appunto – dattilografa in una rivista che pubblica gialli, scopre di amarli tantissimo. E che possono anche tornare utili per insegnarle qualcosa.
La dattilografa come mestiere e il ventennio fascista: perché queste scelte?
Si è trattato di una collisione di idee. Poco più di un annetto fa avevo appena finito di studiare la storia delle dattilografe nel Ventennio per uno spettacolo che stavo preparando, e le vicende sia legislative sia private riguardanti l’emancipazione femminile in quel periodo mi stavano interessando tantissimo.
Contemporaneamente, stavo studiando per dei corsi che vado da anni a tenere nelle scuole, corsi sulla nascita del genere giallo e noir in Italia e nel mondo, e mi aveva rapita la questione dei gialli sotto il fascismo: durante gli anni Trenta, essere dei giallisti significava automaticamente essere guardati come degli sgraditi sovversivi, perché parlare di crimine significava ammetterne l’esistenza e la cosa infastidiva non poco chi cercava di far credere che la criminalità fosse stata debellata e regnassero l’ordine e la disciplina.
E bam!, addio. Colpo di fulmine per una nuova storia
Così una mattina (letteralmente una mattina, di colpo, tipo folgorazione) ho pensato: e se mandassi una dattilografa a lavorare per un giallista? E bam!, addio. Colpo di fulmine per una nuova storia, che è diventata la serie di cui “Il morso della vipera” è il primo libro.