Palazzo Chigi valuta l’addio di Sgarbi, denunciato da un esposto via mail

Sgarbi e i cachet da 300 mila euro

Il sottosegretario ai Beni culturali scaricato dal suo ministro Sangiuliano, che ha inviato tutto all’Antitrust

L’ha presa malissimo il ministro dei Beni culturali Gennaro Sangiuliano: «È illegale prendere soldi così: sono indignato». La pietra dello scandalo è niente di meno che il suo sottosegretario Vittorio Sgarbi, che avrebbe percepito da inizio anno 300 mila euro per le sue attività extra politica.

Un proliferare di attività

Somme riscosse direttamente o attraverso società intestate al suo collaboratore Antonino Ippolito e alla storica fidanzata Sabina Colle, relative a conferenze, inaugurazioni, lezioni magistrali e quant’altro (persino la presidenza della giuria per la finale di Miss Italia del prossimo 11 novembre).

Un nuovo caso per il governo

Sangiuliano si è apprestato a trasmettere la denuncia ricevuta in forma anonima all’Antitrust. E nel pomeriggio anche la Presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha già detto che approfondirà la vicenda e farà le sue valutazioni. A denunciare le pratiche di Sgarbi è stato un «corvo», che venerdì scorso, inviando una mail da un account del ministero dei Beni culturali, ha descritto con precisione luogo, data e motivazione di ciascun «servizio» prestato dal sottosegretario.

Rapporti non idilliaci

«Ero all’oscuro di tutta questa vicenda e appena ne sono venuto a conoscenza ho inviato tutto all’Antitrust, organo deputato a fare le valutazioni del caso in base alla legge», ha dichiarato il ministro al Corriere. Mentre al Fatto quotidiano aveva raccontato: «Sgarbi? Lo vedevo andare in giro a fare inaugurazioni, mostre e via dicendo. Ma mai avrei pensato che si facesse pagare per queste cose. Dico la verità: voglio averci a che fare il meno possibile». È risaputo che i rapporti tra i due non sono mai stati idilliaci sin dall’inizio ed ora la situazione si complica.

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