L’Accademia di Svezia ha premiato lo scrittore e drammaturgo norvegese Jon Fosse “per le sue opere teatrali e la prosa innovativa che danno voce all’indicibile”. Questa la motivazione che si legge nell’assegnazione, avvenuta oggi, del Nobel per la Letteratura a Jon Fosse.
Gli esordi
Nato il 29 settembre 1959 a Haugseund, Fosse è autore di diverse opere, molte tradotte in italiano. Tra queste “Teatro” (Editoria&Spettacolo), “Melancholia” e “Insonni”, editi da Fandango, “Mattino e sera”, per La Nave di Teseo, come anche i primi due volumi della trilogia “Settologia”. Fosse esordì nel 1983 con il suo romanzo Raudt, svart (Rosso, nero), passando poi alla narrativa breve, la poesia, la saggistica e la letteratura per l’infanzia.
Scrittura scarna e efficace
Già nei suoi primi lavori è evidente la sua cifra stilistica: scrittura scarna e spietata, pronta a cogliere le contraddizioni del linguaggio. Indaga temi come la labilità della comunicazione e il divario generazionale. Tra i suoi scritti più famosi spiccano: il dittico sul pittore norvegese L. Hertervig Melancholia e i drammi E la notte canta, e Io sono il vento. Già nel 2007 ha ricevuto l’onorificenza di cavaliere dell’ordine nazionale al merito della Repubblica francese dal 2007.
Gli altri premi Nobel
L’assegnazione del Noble per la Letteratura segue quelli assegnati pochi giorni fa. Per la Medicina a Katalin Karikó e Drew Weissman per avere gettato le basi per i vaccini a mRna messaggero, che hanno reso possibili i vaccini anti-Covid. E per la fisica a Pierre Agostini, Ferenc Krausz e Anne L’Huillier per la scoperta degli attosecondi, nell’ambito dello studio della dinamica degli elettroni nella materia