Questa mattina militari e pubblici ministeri sono entrati a sorpresa per un’ispezione nel Cpr-Centro di permanenza per rimpatri di via Corelli a Milano. E lo spettacolo desolante, che si è presentato ai loro occhi, li ha lasciati a bocca aperta. Cibo avariato, camere putride, servizi di mediazione linguistica e assistenza psicologica praticamente assenti. Malati con tumore al cervello, tossicodipendenti, gravi malati psichiatrici, epilettici ritenuti idonei e trattenuti comunque nel centro.
Un grande bluff
Peccato che nel capitolato di gara, la società La Martinina srl per aggiudicarsi il bando della Prefettura di Milano (da 4 milioni e 400 mila euro) per la gestione di un anno, il centro di via Corelli aveva millantato tutt’altro. Medici e infermieri pronti ad assicurare assistenza sanitaria, mediatori culturali e linguistici per poter rapportarsi agli stranieri. Informazione legale a chi vuol chiedere asilo o sapere cosa gli stia succedendo. Cibo di qualità e anzi persino di produzione biologica, igiene perfetta dei locali, attività religiose e sociali e ricreative. Addirittura un software per seguire l’ospite dal punto di vista anagrafico, sanitario, legale.
I controlli mancati
Ora si indagherà anche sulle responsabilità indirette di Prefettura e Ministero degli Interni, dal momento delle gare d’appalto, evidentemente truccate, una addirittura a firma di un defunto, oltre alle intese farlocche con le cooperative. Intanto al gestore Alessandro Forlenza e alla amministratrice (e madre) Consiglia Caruso, il procuratore aggiunto Tiziana Siciliano e i pm Giovanna Cavalleri e Paolo Storari contestano le ipotesi di reato di «frode in pubbliche forniture» e di «turbativa d’asta».