Sono passati esattamente 50 anni da quell’ottobre del 1973, in cui la Guerra del Kippur aveva insanguinato quell’angolo di mondo con modalità molto simili a quelle di oggi. Un attacco massiccio “a sorpresa” da parte di una coalizione araba, all’epoca erano Egitto e Siria, che aveva fiutato i punti deboli nello schieramento ebraico-occidentale. Una tragica escalation che parte da un odio tra israeliani e palestinesi, che ha radici profonde e che disegna scenari apocalittici. Perché Hamas ha attaccato ora lo Stato ebraico? Come reagirà Israele? Il conflitto si allargherà?
Quali obiettivi
Gli islamisti palestinesi hanno sferrato un attacco talmente grande da rivelare una lunga pianificazione. Un netto miglioramento del proprio assetto militare, anche con incursioni marine con il blitz dei cosiddetti “uomini rana”, specializzati in incursioni costiere e sabotaggio di infrastrutture offshore. Un loro possibile obiettivo possono essere i giacimenti di gas israeliani.
Il ruolo dell’Iran
Ora a preoccupare è proprio il ruolo dell’Iran, il principale e più temibile nemico di Israele nell’alveo mediorientale. La Repubblica Islamica sembra aver avuto parte attiva nell’attacco dalla Striscia di Gaza, con il lancio di razzi da parte di jihadisti sciiti afferenti al regime di Teheran. E se interviene l’Iran, Hezbollah lo segue.