È destinata a far discutere la bozza del disegno di legge «in materia di sicurezza pubblica, tutela delle forze di polizia, nonché di vittime dell’usura e dei reati di tipo mafioso». La proposta, targata Viminale, Giustizia e Difesa, – si snoda in 31 articoli e approda oggi in Consiglio dei ministri. Si parte dall’istituzione di due nuovi reati. Quello di «detenzione di materiale con finalità di terrorismo», perseguibile con il carcere da due a sei anni. E quello di «occupazione arbitraria di immobile destinato a domicilio altrui», con pene da due a sette anni di carcere. In questo caso, è introdotta anche una specifica procedura penale per la «reintegrazione nel possesso dell’immobile» occupato.
Inasprimento delle pene
La bozza contiene un corposo pacchetto di misure a tutela di forze di polizia e forze armate, che oltre all’inasprimento delle pene per chi commette violenza o cagiona lesioni agli agenti di pubblica sicurezza o di polizia giudiziaria, “liberalizza” la detenzione di armi. Ogni agente sarà autorizzato a portare senza licenza un’arma privata al posto di quella d’ordinanza quando non è in servizio. Una facoltà sinora riconosciuta da un regio decreto del 1940 soltanto al Capo della polizia, ai prefetti e viceprefetti, agli ispettori provinciali amministrativi, agli ufficiali di pubblica sicurezza, ai pretori e ai magistrati addetti al pubblico ministero o all’ufficio di istruzione.