La parola dell'ex calciatore dopo l'ennesimo femminicidio

«Il problema siamo noi uomini». Le parole forti di Marchisio

L’ex calciatore, dopo aver pubblicato un post molto divisivo, ha voluto spiegare meglio: «Non possiamo pensare che sia normale usare la forza fisica. Bisogna parlarne con gli adolescenti»

«Il problema sono gli uomini. Non tutti, certo, ma molti, troppi».Con queste parole Claudio Marchisio sceglie di esporsi, colpito dal femminicidio di Giulia Cecchettin. L’ex calciatore ha espresso il suo pensiero sul suo seguitissimo profilo Instagram. «Educhiamo i nostri ragazzi, non nascondiamoci da questa grande, enorme responsabilità. Basta». Si è poi sentito di aggiungere.

Bisogna metterci la faccia

Un post divisivo, come sempre accade soprattutto quando a esporre il proprio pensiero con parole forti è un personaggio pubblico, con un grande seguito social. Raggiunto dal Corriere della sera in merito alla sua presa di posizione, l’ex calciatore ha voluto chiarire alcuni punti. «Personalmente, sono sempre più convinto di questo come del fatto che siamo noi uomini che dobbiamo anche metterci la faccia. Per questo ho pensato di scrivere quello che ho scritto e di pubblicare questo post accompagnato non con una delle mille fotografie della povera Giulia, ma con una foto mia, perché come uomo, come persona, come padre e come figlio trovavo giusto metterci la faccia».

Basta nascondersi

Rispondendo poi al giornalista, che gli faceva notare che in tanti non avevano capito il piede in primo piano: «Per me il piede era la metafora dello schiacciare con la forza una vita. Quello che va condannata è l’uso della fisicità dell’uomo, la forza fisica usata per fare del male. Non volevo sottolinearlo, ma per me il messaggio era questo: smettiamola di usare la forza per schiacciare vite. Tutte queste donne possono essere nostra mamma, una nostra amica o nostra sorella. Noi uomini non dobbiamo più nasconderci dietro tutto questo».

Tanto lavoro da fare

Ma Marchisio ha anche delle idee, delle proposte per il lavoro che c’è da fare. «C’è bisogno di confronto e di un dialogo aperto su certi temi, già a partire dall’infanzia ma soprattutto nell’adolescenza. Va spiegato il perché di tante cose a dei ragazzi che sono proiettati in un mondo sempre più virtuale e non reale. Questo dà la possibilità di aumentare il dialogo, confrontarci di più tra noi, invece ci stiamo creando un vetro trasparente tra noi e gli altri e la mia sensazione è che, anche quando ci esponiamo su certi temi, sono poche le persone che ascoltano davvero le nostre parole».

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