Mario Draghi ha accettato la sfida propostagli da von Der Leyen

Ecco perché Supermario ha accettato la sfida di von der Leyen

Ursula von der Leyen l'avrebbe chiamato dopo aver letto il suo articolo sull’Economist, nel quale Draghi lancia l’allarme sulle sorti dell’Europa

Il ritorno di Mario Draghi in un ruolo attivo, dopo l’esperienza di Palazzo Chigi, ha tutta l’aria di essere una missione per un paziente con gravi problemi di salute. Secondo Draghi «l’Unione di prima non c’è più», la pandemia prima e la guerra dopo hanno fatto cedere i pilastri su cui si reggeva la sua prosperità: «L’America per la sicurezza, la Cina per l’export, la Russia per l’energia».

Il dopo è ancora incerto e la prospettiva di un suo allargamento ai Paesi dei Balcani e all’Ucraina, senza aver proceduto alle riforme, potrebbe portare a un esito fatale. «Si tratta di un periodo molto complicato», per questo l’economista ha accettato la proposta. «

Se la vecchia Unione non c’è più», aggiunge «allora non si può nemmeno tornare al vecchio Patto di Stabilità. Sarebbe il risultato peggiore possibile». Da fonti diplomatiche si apprende che i Paesi europei potrebbero rallentare i tempi del negoziato sul Patto, in attesa del report dell’ex presidente della Bce.

Una cosa è certa, von der Leyen gli ha dato carta bianca e Draghi si è messo a disposizione. In questa nuova veste, Super Mario tornerà a viaggiare per le cancellerie europee. Da soli i Paesi dell’Unione non possono più reggere le sfide globali e senza un rafforzamento di regole e istituzioni comunitarie, il Vecchio Continente diverrebbe marginale nello scenario mondiale.

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