«Sconvolto e incredulo», così il fratello Mario descrive il cardinale Angelo Becciu, all’indomani della condanna a cinque anni e mezzo per truffa e peculato. Un sentenza dura da parte del Tribunale Vaticano, che, sempre secondo il fratello di Becciu, «non ha voluto sconfessare una decisione già presa dal Papa.» «rifiuterebbe una grazia di Francesco e preferirebbe piuttosto andare in carcere».
George Pell, l’avversario
Il clima è pesante in Vaticano, e pare che il cardinale «rifiuterebbe una grazia di Francesco. Preferirebbe piuttosto andare in carcere». A fine 2021, il cardinale George Pell, nel frattempo scomparso, primo prefetto della Segreteria dell’Economia e noto avversario del cardinale indagato dichiarava: «Anche Becciu diceva che il Revisore dei conti non aveva autorità di entrare in Segreteria di Stato. Era assolutamente falso. Ma c’era sempre resistenza. Se il Revisore o noi avessimo potuto entrare prima, avremmo salvato tanti denari a Londra e altrove». A ben guardare, a Pell era andata peggio. Accusato di pedofilia e condannato in primo grado, fu infine assolto con tante scuse, dopo tredici mesi in una cella di massima sicurezza.
Meglio la giustizia italiana?
La situazione è comunque delicata e controversa. Nella premessa alla nuova Legge fondamentale della Città del Vaticano, Papa Francesco ha scritto di essere «chiamato a esercitare poteri sovrani, in forza del munus petrino», un’autorità assoluta. Come sovrano dello Stato «ha la pienezza della potestà di governo, che comprende il potere legislativo, esecutivo e giudiziario». C’è chi dice sarebbe stato meglio affidarsi alla giustizia italiana, come Wojtyla dopo l’attentato. La battaglia è appena iniziata. Ci sarà l’Appello, come afferma il legale.