Ipotesi di truffa, dopo l'esame della corrispondenza via mail

Caso Ferragni. La GdF nella sede della Balocco

Il procuratore aggiunto Eugenio Fusco esaminerà l'informativa, arrivata oggi, della Guardia di Finanza di Milano

Gli ultimi aggiornamenti sul caso Ferragni ci dicono che, proprio oggi, le fiamme gialle di Milano si trovano nella sede della Balocco a Cuneo, per acquisire la documentazione necessaria all’inchiesta relativa al Pandoro Pink Christmas.

Reato di frode versus frode

Non solo, la GdF è in procinto di notificare l’atto con cui si chiede l’elezione di domicilio e la nomina di un difensore. In vista di una eventuale iscrizione nel registro degli indagati dei legali rappresentanti della società. Fino a prima di Natale, l’ipotesi che circolava era di reato di frode in commercio. Ora, dopo l’esame della corrispondenza via mail tra l’influenzar e l’azienda, ci si orienta più verso il reato di truffa. La «situazione» giudiziaria» della vicenda appare invece, al momento, ancora invariata. E cioè gli atti depositati non costituiscono reato e che non hanno indagati. A dicembre l’Antitrust aveva sanzionato con un milione di euro le società che fanno capo alla Ferragni e con 400 mila euro la Balocco. Ritenuti entrambi responsabili della campagna ingannevole con la quale erano stati pubblicizzati i pandoro Pink Christmas. Il cui costo era aumentato di due volte e mezza rispetto al prezzo base del prodotto.

Una vicenda imbarazzante

La questione, ormai nota, riguardava l’aver indotto i consumatori a pensare che, con l’acquisto di ogni pandoro, avrebbero contribuito alla donazione di fondi all’ospedale per bambini Regina Margherita di Torino. In realtà, la Balocco aveva versato all’ospedale 50 mila euro in tutto, sei mesi prima dell’inizio della campagna di vendita del pandoro a novembre 2002.

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