Lo ha riportato questa mattina il Washington Post, precisando che il politico è morto nella sua abitazione nel Connecticut. Kissinger fu il segretario di Stato americano più influente di tutti i tempi, esercitando un potere senza pari sulla politica estera degli Stati Uniti negli anni 70. I sui mandati nelle amministrazioni dei presidenti Richard M. Nixon e Gerald Ford lo resero determinante anche nei decenni successivi. Come consulente e scrittore, intervenne dando pareri sempre di grande rilievo, in ambito di affari globali.
Un gigante della diplomazia
Nel corso della sua illustre carriera diplomatica, Kissinger promosse l’apertura degli Stati Uniti alla Cina, negoziò l’uscita degli USA dalla Guerra del Vietnam. Dimostrò grande astuzia e intelligenza per ridisegnare le relazioni di Washington con l’Unione Sovietica, all’apice della Guerra Fredda. A scapito, a volte, anche dei valori democratici. Una delle sue frasi più celebri «Il potere è il massimo afrodisiaco» dice molto di lui. Fu anche figura molto divisiva: chi lo considerava un genio diplomatico e chi un genio del male. Grande amico di Gianni Agnelli, Kissinger ebbe sempre un occhio di riguardo anche per l’Italia, di cui apprezzava il ruolo nel Patto atlantico.
Cordoglio unanime
«L’America ha perso una delle voci più affidabili e significative in materia di affari esteri», ha dichiarato l’ex presidente George W. Bush. «È stato un punto di riferimento della politica strategica e della diplomazia mondiale. È stato un privilegio aver avuto, di recente, la possibilità di confrontarmi con lui sui vari temi all’ordine del giorno dell’agenda internazionale.» Ha scritto in una nota il premier Giorgia Meloni. Il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, ha coì ricordato la figura dell’ex segretario di Stato. «Voglio ricordare Kissinger, Premio Nobel per la pace, come un amico dell’Italia e sostenitore convinto delle relazioni transatlantiche. Un pilastro della diplomazia, i giovani impareranno dai suoi scritti l’arte del dialogo e del negoziato sempre per il bene degli equilibri globali.»
Una carriera esemplare
Nato a Furth, in Germania, il 27 maggio del 1923, Heinz Alfred Kissinger fuggì dall’Europa, appena quindicenne, alla vigilia della Seconda Guerra Mondiale, per trovare negli Stati Uniti una seconda patria. Dove divenne Henry e imparò a esprimersi in perfetto inglese, conservando sempre l’accento tedesco. Studiò a Harvard, poi a Washington, coltivando amicizie importanti, come Nelson Rockefeller, fino al ruolo che interpretò come pochi altri al mondo, diventando di fatto un presidente ombra. Kissinger è stato attivo e lucido fino agli ultimi tempi. Due anni fa scrisse il suo penultimo libro, “The age of Ai: and our human future”, a cui ha fatto seguito “Leadership: Six studies in world strategy”.