Matteo Garrone è arrivato a Los Angeles per accompagnare la première americana di Io Capitano, il film vincitore del Leone d’argento per la regia, all’ultima edizione della Mostra del cinema di Venezia.
La spinta verso la vita
Al Chinese Theatre dall’Istituto di Cultura italiano, nell’ambito del festival cinematografico dell’American Film Institute, dove è avvenuta la proiezione, il regista ha raccontato: «È la storia di un ragazzo che dal Senegal, con il cugino coetaneo, cerca di arrivare in Italia, ma offre uno spunto di riflessione universale. Perché racconta l’incoscienza dei sogni e la spinta verso la vita, che caratterizzano chiunque cerchi di realizzarsi, di migliorarsi ed essere felice.»
Messaggio universale
«Per narrare questa epopea, abbiamo usato una sorta di controcampo: il punto di vista non è il nostro, quello occidentale, ma il loro. Il film mostra che cosa significa questo viaggio. Scava dietro ai numeri a cui ci hanno assuefatti i telegiornali e ci mostra persone con sogni, paure, una madre, sorelle, amici. Anche questo è un messaggio universale, perché in qualunque parte del mondo c’è qualcuno che cerca di combattere un sistema ingiusto, che gli preclude la possibilità di muoversi per cercare un’opportunità migliore. O anche solo per seguire la curiosità, la spinta vitale a espandere il proprio orizzonte.»
Standing ovation
Alla fine della proiezione per Garrone, c’è stata una standing ovattino per i protagonisti Seydou Sarr, Moustapha Fall e per il giovane che ha ispirato il film, Mamadou Kouassi. Che ora è attivista per i rifugiati e inaugura l’intensa campagna per convincere i membri dell’Academy a votare il film per le nomination che verranno annunciate il 23 gennaio e portarlo alla serata finale che si terrà al Los Angeles il 10 marzo 2024.