La data fissata è quella dell’11 dicembre. Quella del giorno di uscita di “McCartney III”, il terzo album della trilogia di classici che è stato annunciato da Paul McCartney. Una pubblicazione imprevista i cui brani sono stati realizzati nel periodo dell’isolamento per il coronavirus. Si chiude così la trilogia iniziata con “McCartney”, primo album solista pubblicato nel 1970, e proseguita con “McCartney II” uscito nel 1980. Un album nel 2020 non era nei programmi di sir Paul. Nell’isolamento si è presto ritrovato a dare corpo ad alcuni schizzi musicali già esistenti e a crearne di nuovi.
Ne è venuta così fuori una raccolta di canzoni spontanee che ha dato vita a “McCartney III”. Un’opera spogliata, autoprodotta e solista che segna l’inizio di un nuovo decennio. Così come era stato per i due dischi precedenti.
McCartney III
Registrato all’inizio di quest’anno nel Sussex, “McCartney III” è per lo più costruito da riprese dal vivo di Paul con la voce e la chitarra o al piano, sovraincidendo il suo basso, la batteria, e gli altri strumenti. Un processo che ha avuto inizio quando Paul è tornato su un brano inedito dei primi anni 90, “When Winter Comes” (coprodotto da George Martin).
ho fatto musica per me stesso, cose che mi piaceva fare. Non avevo idea che il lavoro sarebbe diventato come un album
“Vivevo in isolamento nella mia fattoria con la mia famiglia e andavo ogni giorno nel mio studio – ha detto Paul McCartney parlando del nuovo disco -. Dovevo fare un po’ di lavoro su un po’ di musica da film e questo si è trasformato nel brano d’apertura e poi, quando è stato fatto, ho pensato: cosa farò dopo? Avevo delle cose su cui avevo lavorato nel corso degli anni, ma a volte il tempo si esauriva e rimanevano a metà, così ho iniziato a pensare a quello che avevo. Ogni giorno iniziavo a registrare con lo strumento su cui avevo scritto la canzone e poi, gradualmente, stratificavo il tutto. Ho fatto musica per me stesso, cose che mi piaceva fare. Non avevo idea che il lavoro sarebbe diventato come un album”.