Gérard Depardieu si prepara a salpare a bordo del vecchio peschereccio che sta facendo restaurare nel porto di Istanbul, in vista di un viaggio solitario o quasi, verso mete lontane. Forse per fuggire dalle accuse di stupro e molestie sessuali da parte di ben quindi donne. Nel frattempo, l’attore settantaquattrenne ha deciso di mettere all’asta la sua grande collezione di opere d’arte, 250 pezzi valutati intorno ai cinque milioni di euro.
Opere di valore
La casa d’aste Ader ha appena proposto all’hotel Drouot di Parigi sculture, pitture e disegni di grandi artisti del XX secolo: Rodin, Duchamp, Calder, Miro, Michaux, Richier e Leroy, solo per fare qualche nome.
Acquisti ispirati
Molte di queste opere sono in gran parte accatastate, nella casa parigina dell’attore, accumulate nel corso dei decenni, seguendo talvolta il percorso dei suoi film. Come nel caso del ruolo di Henri Matisse, che Depardieu avrebbe dovuto interpretare, ma accantonato perché inopportuno dopo le accuse di molestie. «Ero in piena lettura di Matisse e avevo bisogno di colori», dice spiegando l’acquisto della più colorata delle sei opere di André Masson messe all’asta.
Pezzi da museo
Uno dei pezzi più pregiati è un’opera di Auguste Rodin, lo scultore interpretato da Depardieu nel film «Camille Claudel» (1988) di Bruno Nuytten con Isabelle Adjani. Quell’esperienza e l’immedesimazione con l’artista lo spinsero a comprare tre bronzi, tra i quali «Paolo e Francesca» ispirato dal quinto canto dell’Inferno.
Un rapporto empatico
Il rapporto di Depardieu con l’arte sembra emozionale, molto impulsivo, che si «ci sono molte cose che non si possono dire sull’arte perché, per me, l’arte è la vita. Non è certo una provocazione. Il gesto, non ti stanca mai, ti piace, ti prende alla pancia, non è una cosa intellettuale, per niente, e ancora meno speculativaLa pittura è forte, è una scelta che può annullarti, annientarti.»
Delon ha aperto la strada
Prima di lui, un’altra leggenda del cinema, Alain Delon, ha deciso mettere all’asta parte del suo patrimonio artistico. Nel giugno scorso, infatti, l’attore del Gattopardo ha realizzato otto milioni di euro dalle sue opere classiche: Dufy, Delacroix, Millet.